Storie semiserie nell'orto: Cipolle da spogliare


A prima occhiata, lì fra le file dell'orto, la pallottola tutta incartocciata della cipolla sembra uno scherzo di Natura su cui farsi risate. Invece.
La cipolla si svela imprescindibile, imprevedibile, preziosa. E la risata poi se la fa lei, non noi che appena tentiamo di spogliarla per farci l'esimio soffritto ci tocca piangere lacrime amare sopra il tagliere. Lacrime sopportabili, per carità, presto dimenticate se dal tegame arriva lo sfrigolio croccante profumatissimo del suo corpo discinto (disciolto) nell'olio eccitato.
Pensiamoci. Uno dei matrimoni più riusciti al mondo (prima ancora di quello olio-patatafritta) è proprio quello fra la cipolla, che sia rossa che sia bionda sempre tozza e bruttarella, e il nobile avvenente succo delle olive. Il matrimonio celebrato (ops, soffritto) sui fornelli chi l'avrebbe detto è la base di una lunga saporosa esistenza, anzi, di numerose esistenze: contare i piatti che prendono avvio-sostanza da questo intingolo non è dato.
Ci sono matrimoni assai ben riusciti pure con altri insospettabili partner. Esempi di nozze (ops, di ricette): una ramata di Montoro svestita integra che si lascia dolcemente caramellare dal vento caldo del forno, da assaggiare in purezza. Le cosce (ops, polpe) sode di una bruna di Tropea che a fiamma lenta, dentro casseruola in coccio, cedono le grazie al panbagnato sublimando in zuppa. Le borettane, le piccole di famiglia (le più viziose), stufate da balsamico e miele fino a diventar gattine agrodolci. E ancora, le insalate mediterranee-mediorientali, con lei signora nudaecruda, scintillante come una gemma, intensa come l'odore del fieno, da degustare come il bouquet d'un vino d'annata che un po' stordisce. Insomma quando la cipolla, bionda o rossa, formosa o piattina, comincia a sfilar le mille foglie per restare casta candida come la luna, nessun ingrediente resiste al suo fascino, dolci o salati se la sposano tutti.

Carrellata di bellezze nazionali: siola (Piemonte); çioula (Liguria); sigùla (Lombardia); ségola (Veneto); civòla (Friuli Venezia Giulia); zigola (Trentino Alto Adige); zivàlla (Emilia Romagna); cipolla (Marche); cipoll (Abruzzo); c'podda (Basilicata); cepolla (Campania); cepólle (Molise); cipodda (Puglia); cipuddha (Calabria); cipudda (Sicilia); chipudda (Sardegna).


Quando?
Ci sono tutto l'anno.
Quelle seminate in primavera-estate, sono raccolte la primavera successiva, si consumano fresche oppure le si conserva in luogo buio, fresco, asciutto.
Quelle seminate in autunno-inverno, sono raccolte l'autunno successivo, si consumano fresche oppure le si conserva in luogo buio, fresco, asciutto.


Come?



Post per L'orto di Michelle
 di Elena


Foto Collezione Autunno/Inverno 2010-11
Emilio Pucci 

1 commento:

  1. Anonimo6.12.10

    Faccio i miei complimenti a Elena,davvero brava e originale la sua descrizione. Direi perfetta per l'orto di Michelle di Mirco. Bravi!!!!!!!!:-)))Anna

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